giovedì 25 febbraio 2010

Pittsburgh...finalmente!

Con un bel pò di ritardo sono qui a raccontarvi della visita a Pittsburgh.



Era il 13 Febbraio scorso...un Sabato freddo e con i "postumi" di una bella nevicata.
Alle 8 del mattino l'autobus ha lasciato State College per raggiungere una meta ancora più fredda...
Pittsburgh!


Non avevamo un itinerario definito, ognuno era libero di fare ciò che desiderava purchè alle 7 pm tutti fossero nuovamente sul pullman.
Io, Sakina, Blanche, Chen Yang e la moglie (appena arrivata dalla Cina) siamo andati dapprima a fare colazione -ho mangiato un muffin al cioccolato enorme!- e subito dopo ci siamo diretti verso una delle attrazioni principali della città...
The incline!


Come si intuisce dalle foto, abbiamo preso una sorta di "trenino" che in un paio di minuti ci ha portati nella parte alta della città. Luogo perfetto per ammirare il panorama, se non fosse che la neve la faceva da padrona, i marciapiedi erano sommersi e si era costretti a camminare nel mezzo di strada sfidando le automobili.
Il tempo di scattare alcune foto ricordo e siamo tornati a valle.

Pittsburgh ha un problema. I punti di interesse sono dispersi nella città. Senza un programma preciso e una macchina si rischia di girare a vuoto per quartieri che non sono bellissimi...
Ed è quello che abbiamo fatto noi per buona parte della mattinata...
C'era chi voleva andare a vedere un museo, chi aveva fame e voleva mangiare, chi aveva voglia di fare shopping (indovinate chi?) e chi aveva la cartina in mano e non la sapeva leggere...
Abbiamo vagato per Pittsburgh per qualche ora, nel freddo gelido, con la neve che si andava intensificando e diciamocelo...con questo clima si girano bene città come New York, che con la pioggia o col sole non perdono mai il loro fascino...ma Pittsburgh...
Palazzi moderni si affiancano ad edifici dal sapore industriale, la working class americana ti passeggia di fianco e mostra i segni di un periodo di decadenza...


Nel primo pomeriggio io e Sakina eravamo due blocchi di ghiaccio.
Della città avevamo visto abbastanza, io ero riuscita anche a fare un pò di shopping da Macy's (un bellissimo blush della MAC rosa fucsia di cui vado super fiera!), insomma ci volevamo scaldare!
Così, mentre i nostri amici cinesi hanno continuato la loro passeggiata, noi siamo entrate al Senator John Heinz History Center.
Parte della storia della città è fatta di bottiglie di Ketchup Heinz...tanto che un piano del museo è quasi interamente dedicato a questo prodotto...e io e Sakina l'abbiamo visitato con cura!

Un altro piano invece è dedicato al ricordo di una tragedia, a me sconosciuta, che ha coinvolto nei primi del 900 moltissimi minatori italiani.
Si tratta dell'esplosione della miniera di Monongah. Per maggiori informazioni vi rimando a Wikipedia e soprattutto ai link che trovate in fondo alla pagina. A quanto sembra, i nostri connazionali sono stati commemorati lo scorso anno dal Presidente Napolitano e la Rai ha raccontato la vicenda. A me era completamente sfuggita.
Ciò che mi ha colpito particolarmente quel giorno al museo è stato un pannello dove erano riportati i commenti successivi all'esplosione. I proprietari della miniera, più tardi riconosciuti colpevoli di non aver adottato le misure di sicurezza necessarie che avrebbero probabilmente evitato l'incidente, hanno inizialmente riversato la colpa sui lavoratori...per lo più immigrati...
...per la maggioranza italiani...

Meditate gente meditate...


La visita è proseguita nello spazio dedicato ai mestieri...
Per essere onesti quello spazio era pensato per i bambini, ma io non ho resistito!

Eh eh eh...si può dire che sono venuta in America a pettinare le bambole!
:-D

Uscite dal museo ci siamo incamminate verso il parcheggio dove avremmo trovato il nostro pullman.
Nel cuore della città, racchiuso tra i palazzi, abbiamo scoperto un albero con dei fiori rosa bellissimi e coperti di neve...

Non notate come fiori, cappello e blush sulle mie guance si abbinino perfettamente?
;-)

Cosa mi manca:
la mozzarella di bufala!
Buonaaaaaaaaaaaa!!!

Cosa mi mancherà:
Avere tanti mondi uno accanto all'altro.
Le città americane hanno questo di eccezionale, la coesistenza di realtà diverse. Alberi in fiore in un mare di asfalto. Grattacieli e chiese. Vecchi ricchi e nuovi poveri...Tutti insieme.
Ed ogni quartiere è diverso. Ed ogni città è diversa. Ed ogni stato è diverso...




5 commenti:

  1. da quant'era che non pettinavi una bambola?
    dì la verita',ogni tanto fa bene tornare un po' bambini!
    non avete certo trovato una giornata delle piu' adatte per fare i turisti,la neve avra' pure un suo fascino,ma nasconde tante cose e va sempre a finire che ci si rintana all'interno di qualcosa,e non si scoprono le varie sfaccettature dei luoghi visitati.
    ho notato che i fiori ghiacciati (che dovrebbero essere magnolie)eil tuo cappellino sono identici!

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  2. finalmente!! questo post è bellissimo! ma cos'è un blush?
    baci

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  3. per mamma: decisamente! tornare bambini fa proprio bene!
    per dani: grazie dei complimenti! so che questo post era atteso e ho cercato di farlo bene! :-) Il blush è il fard! Quello che ho comprato io è in crema e... vabbè potrei sprecarmi in dettagli, ma non sono poi così interessanti! :-D

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  4. mi sono interessata sul Monongah disaster, il numero dedli iteliani periti e veramente alto e sopratutto i cognomi uquali dimostrano che lavoravano in quella miniera molti gruppi familiari, ti dirò che quest'anno per il primo Maggio sono stati commemorati in italia, ma io non ne sapevo niente... l'unica della famiglia che forse ha memoria dell'accaduto potrebbe essere la Lidia per i racconti ascoltati e anche ampiamente commentati. A proposito approfitto per dirti che ti saluta caramente tutte le volte che la sento e si interessa con affetto delle tue esperienze,sono io che non te l'ho mai detto.Rose

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  5. per Rosetta: in effetti per quello che ho capito, nella miniera lavoravano famiglie intere che erano emigrate da alcuni paesi del sud Italia.
    Ringrazio per i saluti da parte della Lidia, che ricambio con affetto.

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